L’Hospice è…

Gli inizi della storia
L’Hospice della Domus Salutis di Brescia origina dal carisma della Congregazione delle Suore Ancelle della Carità che, secondo l’insegnamento della Fondatrice Santa Maria Crocifissa di Rosa, da sempre è dedita alla pratica della Carità verso i bisognosi e particolarmente alla cura degli ammalati. Proprio nel 1836 a Brescia, durante l’epidemia di colera, la Santa Fondatrice ebbe l’ispirazione di entrare “per amore di Gesù” nel lazzaretto (che era localizzato nei dintorni dell’attuale Hospice), dove erano accolti i colerosi morenti. Con le prime sorelle Paola Di Rosa vi portò la sua quotidiana presenza curando le piaghe del corpo e offrendo allo spirito la consolazione della Speranza che viene dalla promessa di Gesù.

 

 

La storia continua…
Riprendendo questa antica opera di carità intorno al 1980 la Madre Generale Eugenia Menni fu ispirata a creare un luogo di cura per gli ammalati oncologici in fase avanzata, per dedicare loro le cure necessarie a vivere con dignità l’ultimo tempo della loro vita. All’estero questi luoghi di cura, denominati Hospice, esistevano da tempo, particolarmente in Inghilterra, dove ricevettero un importante impulso da Cicely Saunders che da infermiera si prodigò nella cura degli ammalati gravi e morenti, lavorando presso numerosi Ospedali londinesi.
Convertitasi alla dottrina della Chiesa Evangelica, dopo la guerra si laureò in Medicina e concentrò le sue ricerche sull’attenuazione del dolore dei malati gravi e terminali.

La Saunders, orientata in questo anche dalla sua forte fede religiosa, comprese come non fosse sufficiente alleviare il dolore fisico e in ugual misura come occorresse soddisfare le esigenze emotive e spirituali dei ricoverati. Con enorme volontà e grande capacità organizzativa realizzò la costruzione del St. Christopher’s Hospice. Gli studi e gli scritti della Saunders sono tuttora riferimenti imprescindibili per chi si dedica alle Cure Palliative, sia come Operatore professionale sia come Volontario.Proprio visitando il St. Christopher’s alcuni delegati di Madre Menni portarono a Brescia le idee base per la costruzione dell’Hospice.
Nacque così nel 1987 il primo Hospice in Italia. Più di 200 sono stati successivamente costruiti in tutte le Regioni negli ultimi vent’anni.

L’Hospice usufruisce di un’Associazione di Volontariato (VAD, Onlus) che è stata attiva sin dalle fasi preliminari di ideazione dell’Hospice stesso. 

 

 

Le Cure palliative
Nella lingua italiana, il termine “palliativo” è spesso usato come sinonimo di qualcosa di inutile, di non risolutivo o anche di “effetto placebo”. Se leggiamo invece la definizione dell’Organizzazione mondiale della sanità, “Le cure palliative si occupano in maniera attiva e totale dei pazienti colpiti da una malattia che non risponde più a trattamenti specifici. Sono un approccio che migliora la qualità della vita dei malati e delle famiglie che si confrontano con i problemi associati a malattie inguaribili, attraverso la prevenzione e il sollievo dalla sofferenza per mezzo dell’identificazione precoce, dell’approfondita valutazione e del trattamento del dolore e di altri problemi, fisici, psico-sociali e spirituali”. Non quindi cure inutili o fittizie, ma cure con una seria e documentata base scientifica che consente un intervento efficace centrato sulla persona malata, con una attenta cura dei sintomi per alleviare il peso della malattia inguaribile. Le cure palliative, che hanno come obiettivo la continuità delle cure e la possibilità per il malato e la sua famiglia di scegliere dove essere curato, non possono limitarsi all’Hospice ma devono integrarsi con cure domiciliari efficaci, che consentano, quando desiderato e possibile, di lasciare il malato presso la propria casa, raggiungendolo con una équipe medico – infermieristica.
Ogni anno sono più di 700 gli ammalati presi in cura dall’Hospice (a domicilio e/o in ricovero).

Mentre nei primi anni di attività le cure erano riservate a malati oncologici, ora ci si rivolge a tutti quei malati che presentano una patologia cronica evolutiva in fase avanzata, quali i gravi cardiopatici e broncopneumopatici per i quali non sono più appropriati interventi “salvavita” e malati con gravi patologie neurologiche in fase ultima di malattia. Le cure palliative sono tanto più efficaci quanto prima vengono iniziate, al momento in cui compaiono sintomi destabilizzanti o anche solo fastidiosi, integrandosi con le cure degli altri specialisti; la presa in carico e in cura in tempi adeguati consente un accompagnamento personalizzato, quando necessario intervallato da periodi di ricovero per una messa a punto delle terapie più adatte, con un ritorno a casa dell’ammalato che continua ad essere seguito a domicilio dall’équipe di Cure palliative domiciliari.